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Mi chiedo perchè siamo venuti qui (Fluide illusioni)

E’ solo un’illusione.
Sono così sola in fondo a me stessa che laggiù non c’è proprio nessuno, non riesco a portare con me neanche un libro, l’unica realtà è un pavimento bianco e lucido, così freddo che riesco a sedermi appena.
Tutti hanno il potere di gettare quaggiù una pietra preziosa ogni tanto, senza troppa attenzione, un piccolo gesto che arriva come fosse un laccio rosso, un istante appena in cui qualcuno si siede sulla panchina con me e rimane lì, o mi lancia uno sguardo prima che le porte del treno si chiudano e quasi mi sembra che sia riuscito a passare le barriere, che abbia colto qualcosa, la mia malattia fluida, chissà forse ne soffre anche lui.
Allora mi illudo.
Mi illudo che si possa essere vicini, che la solitudine si possa annullare accanto a qualcuno. Che esistano secondi in cui non importa se un amico o uno sconosciuto, riesca a spingersi così dentro di me che io stessa sono costretta a fuggire via, perché non so contenere la commozione di quell’attimo in cui vicino alla mia ombra, sul pavimento lucido e freddo ha avuto il coraggio di sedersi qualcuno.
No, mi illudo ancora.
Ogni volta mi illudo che ci sia stata quella vicinanza, che sia esistita davvero, ma sono io che voglio leggere tutto questo in attimi a cui nessuno da importanza, neanche chi li vive con me.
La mia solitudine gli altri la fiutano, la respirano e ne fuggono via.
Allora resto seduta qui, che importa se è illusione, raccolgo quello che arriva fin quaggiù.
In fondo c’è un bel silenzio, se chiudo gli occhi riesco persino a dimenticare.

1 commenti:

layla ha detto...

Di ghiaccio. Intenso, struggente, reale...scusami, devo continuare a leggere immediatamente il prossimo.

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